Sullo scorso numero abbiamo usato una foto in prima pagina per il 25 aprile, la data in cui viene ricordata quella che fu sostanzialmente una rivolta popolare contro il nazifascismo e la guerra.
Qualcuno si è premurato di ricordarci che quella foto rappresentava un episodio del 25 luglio 1943 e non del 25 aprile 1945. Ringraziamo chi ci ha segnalato il possibile equivoco.
Spiego a titolo personale perché ho scelto quella foto: perché il fascismo è umiliato nell’immagine del suo capobanda, senza alcuna granguignolesca esposizione di cadaveri, perché non ci sono armi, perché non ci sono tricolori. E quindi ho proposto alla redazione di prendersi una licenza poetica e di commettere un piccolo anacronismo.
Del resto, poi, il 25 luglio le cittadine e i cittadini che scesero in piazza lo fecero contro il governo legittimo (ricordate la circolare Roatta) e per imporre la fine della guerra, mentre l’Italia cominciava ad essere invasa dalle truppe straniere. Uno schiaffo agli estemporanei adulatori di una “Resistenza” e di una “indipendenza nazionale” qualsiasi.
Tiziano Antonelli